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Il pittore fiorentino Tito Lessi (Firenze, 1858 –1917) dipinse con fedeltà fotografica le sale di studio e di esposizioni della Riccardiana, immaginando una vivace riunione di dotti. Dei quadri, noti con il titolo “I Bibliofili”, ci è giunta testimonianza attraverso le foto conservate in biblioteca e le tante riproduzioni che circolano sul web, dal momento che assai presto gli originali hanno probabilmente preso la via di collezioni d’oltreoceano. Una voce tradizionale vuole che uno dei due quadri, quello ambientato in sala di studio, sia scomparso nel corso del bombardamento che distrusse i ponti di Firenze, dato che doveva trovarsi presso l’Accademia della Colombaria, la cui sede, nei dintorni del Ponte Vecchio, fu fortemente coinvolta in quelle terribili distruzioni.

Nei due dipinti la biblioteca fa da protagonista in un momento del suo glorioso passato, quando, già strutturata nell’assetto voluto dal suddecano Gabriello, ospitava riunioni di saggi a cui offriva materiale prezioso e qualificato come base culturale e fonte di discussione.

Oggi sul web circolano diverse immagini dei dipinti di Tito Lessi, tutti conservati in collezioni private. In uno di questi si nota un addetto che porta sotto braccio dei volumi nella sala di direzione, ben riconoscibile dalla porta spalancata, tomi evidentemente già utilizzati e pronti per tornare al loro posto. Questo dettaglio è l’unica differenza rispetto ad un’altra redazione, di cui si conserva anche una cartolina in Biblioteca, che secondo la tradizione, rappresenta invece il dipinto perduto durante la guerra. I quadri, pur nel voluto richiamo al XVIII secolo per i dettagli d’abbigliamento, fotografano una situazione degli ambienti alla fine dell’Ottocento, quando il pittore li riprodusse dal vero con estrema attenzione e fedeltà di dettagli.

 


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